Venezia è fonte di ispirazione per Helidon Xhixha. L’artista albanese torna in laguna con “Luce, la Rinascita di Venezia”, un progetto curato da Michele Bonuomo e Klodian Dedja. Sono 7 le installazioni posizionate alle Tese dell’Arsenale. Un numero che ha del magico. A ricordarcelo sono proprio i pitagorici che parlano di: emblema della totalità di spazio, tempo e universo in movimento.
Il sette, per le sue virtù celate, mantiene nell’essere tutte le cose; esso è dispensatore di vita, di movimento ed è determinante nell’influenzare gli esseri celesti. Ippocrate
Il mio grazie a Sabrina Franceschini per avermi segnalato il vernissage di oggi. Le sculture di Xhixha, anche in questa occasione, sono in acciaio inox. Si trasformano in giganteschi specchi che catturano la luce e imprigionano le forme mutevoli di quanto ci circonda. Le sue opere riflettono l’immagine di Venezia tanto da custodirne il suo tesoro più grande, ovvero, l’Arsenale ma anche la Torre, le Tese, le Gaggiandre e il suo specchio d’acqua. Sono mutevoli nelle loro forme e ben si adattano con lo spazio della nostra città immaginifica.
La mostra è aperta al pubblico e l’ingresso è libero. Ci sono arrivata facilmente prendendo la circolare da Riva de Biasio. La fermata si chiama Bacini. Qualche minuto a piedi e si entra nel regno di Xhixha. Un artista che ha ben saputo portare il riflesso della luce come ritrovamento emotiva di materia solida. Non aggiungo altro. Tutte le 7 installazioni sono da vedere: “Iceberg”, “Cattedrale d’acciaio”, “Roccia Marina”, “Satellite”, “Ordine e Caos”, “Riflesso lunare” e “Getto di Luce”.
Immagino che spettacolo con i riflessi di luce e acqua!