Oggi è il 15 agosto. A dire il vero sono le 13 circa. Cammino a Venezia, Sono nel sestiere di Dorsoduro, il cielo è di un blu intenso, il sole sembra una palla di fuoco che scalda senza sosta. Guardo i volti dei passanti, turisti che si perdono tra calle lunga San Barnaba e si dirigono verso il rio delle Romite. Più mi avvicino a San Barnaba e più si rimbalzano le voci di una città che cerca di rinascere.
I turisti sono, in altre parole, un po’ ovunque. Campo San Barnaba ospita diversi plateatici, puoi sederti in uno dei bar oppure al tavolo del ristorante. Nel frattempo osservo i volti di chi ha deciso di venire in questa nostra città d’arte. Ringrazio con lo sguardo chi di conseguenza ci predilige al mare, alla montagna ed ad altri capoluoghi. A settembre ci sono le elezioni. Chissà se si inizia a pensare ad un turismo sostenibile per Venezia. Forse è necessario un marketing territoriale più serio. E’ indispensabile ripensare ad un turismo di nicchia che faccia ripartire il mercato del turismo elitario, le strutture di lusso e il mondo degli eventi.
Volti di turisti si avvicinano. C’è chi ha occhiali specchiati, chi indossa bandane e chi il Panama. Alcuni hanno le mascherine multicolor. Sono tutti vestiti di chiaro. E qualcuno azzarda abbinamenti surreali, seppur divertenti.
Venezia torna ad essere una piccola torre di Babele. Ad ogni modo mi sento circondata da italiani, francesi, austriaci e tedeschi. Sembra di essere in un film. Campo San Barnaba è stato il set per molti film. A me viene in mente “Indiana Jones e l’ultima crociata” di Steven Spielberg. L’arrivo in campo di Harrison Ford. L’attore che attraversa il Ponte dei Pugni, l’ingresso nella chiesa di San Barnaba e la successiva uscita nel campo attraverso un tombino.
La barca di frutta e verdura è chiusa. La chiesa di San Barnaba, che accoglie la mostra dedicata a Leonardo Da Vinci, è aperta. Poco lontano ci sono due gondolieri. Sono riconoscibili dalla maglia a righe (bianche e nere). Le loro gondole sono lungo il rio di San Barnaba. A dire il vero sono proprio loro i i primi ad accogliere i turisti. Si avvicinano con la classica domanda: “facciamo un giro in gondola, signori”? In conclusione: Venezia è terra e acqua. Venezia sono i volti di veneziani e di tutti coloro che la amano e ancor più la rispettano.
In nessun’altra città come a Venezia, ho trovato una tale unità della vita odierna con la vita che ci parla dalle opere d’arte della sua età aurea e nella quale sole e mare sono più essenziali di tutta la storia.
Hermann Hesse
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