Venezia, presentato Dorsoduro Museum Mile

Punta della Dogana Fondazione Pinault

Venezia cerca di ripartire con il turismo culturale, grazie alla proposta dei musei che hanno sede nel sestiere di Dorsoduro. L’altro giorno mi trovavo al Monaco & Grand Canal e ho scattato la foto di copertina. Inutile dire che Punta della Dogana mi torna oggi utilissima per scrivere questo breve post. Ci sono interessanti realtà espositive in questo bellissimo sestiere, mi riferisco a quello di Dorsoduro, che hanno deciso di unire le forze e collaborare insieme. Si torna così a parlare di “sinergia” e di “fare sistema”.

Il progetto si chiama “Dorsoduro Museum Mile”. E’ un format innovativo che propone al visitatore ben otto secoli d’arte in un sestiere veneziano. Gallerie dell’Accademia, Galleria di Palazzo Cini, Collezione Peggy Guggenheim e Palazzo Grassi – Punta della Dogana rilanciano le proprie realtà espositive e culturali. Questa collaborazione è in realtà un’ulteriore opportunità per promuovere contenuti, le rispettive sedi culturali, conquistare visitatori e attirare nuovi flussi turistici.

Sarà stimolante perdersi tra i capolavori della pittura veneziana medievale e rinascimentale delle Gallerie dell’Accademia. E’ qui che è gelosamente custodito l’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci. I protagonisti della scena dell’arte contemporanea sono in esposizione invece a Punta della Dogana. Le storiche case-museo di Vittorio Cini e di Peggy Guggenheim ospitano le importanti collezioni di questi due grandi mecenati.

Il turismo in laguna continua ad essere il settore più colpito, ma è anche quello con più possibilità strutturali. Ci vorrà ancora del tempo. Siamo pur sempre Venezia. Il primo compito sarà quello di riportare i turisti. Ben vengano dunque iniziative come quella delle Gallerie dell’Accademia, Galleria di Palazzo Cini, Collezione Peggy Guggenheim e Palazzo Grassi-Punta della Dogana.

Occorre scolpire la propria statua: lavorare su se stessi, scalpellando via tutto ciò che di falso o inutile ci sta attaccato, e liberare, alla fine, quel che noi siamo, nella saldezza imperturbabile della magnificenza dell’esistere. Allora saremmo, davvero, dei sapienti: che non è il nome di uno che sa tutto, è il nome di uno che non ha più paura di niente. Guarito. Alessandro Baricco

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