Una salamandra fra le fiamme riaffiora, dopo cinquecento anni al museo di Palazzo Grimani a Venezia. Durante i lavori per il ripristino della spazialità cinquecentesca della “Sala di Psiche” è stato scoperto un grande camino. La testimonianza decorativa è la lastra in pietra tenera di Vicenza sulla quale è scolpita la salamandra. Sono stati i restauratori di Unisve-Conservazione e Restauro a portare alla luce l’intercapedine piena di detriti. Ma è solo durante la sua rimozione che è apparso un importante quadro scenico.
Già l’intellettuale di epoca romana, Plinio, aveva raccolto notizie leggendarie intorno a questo anfibio di cui la più nota era la facoltà di spegnere il fuoco. Una straordinaria creatura, carica di significati simbolici, e che si può ammirare durante le mostre attualmente ospitate al museo: Domus Grimani la “Sala del Doge” e Georg Baselitz “Archinto”.
Ma a destare curiosità è quanto rimane di un presunto dipinto. Nella lastra superiore, rispetto alla salamandra, si notano il disegno di un caminetto e il ritratto di un uomo. Nel Medioevo cristiano la salamandra aveva significati simbolici legati anche all’immagine del Cristo, per la capacità dell’omonimo anfibio di risorgere dopo morto come la Fenice dalle sue ceneri. Il recupero è stato possibile grazie a: Fondazione Venetian Heritage, Soprintendenza ABAP per il Comune di Venezia e la Laguna, e Unisve.

Venezia regala davvero sorprese fantastiche, tesori nel tesoro di una incantevole città.
Scoperta interessante e ricca di significato. Spesso i nostri palazzi custodiscono tesori preziosi che aspettano solo di essere recuperati e portati alla luce.
Maria Domenica