Il leone alato dello sculture Martalar è il simbolo della rinascita di Venezia. Si erge fiero e scruta l’orizzonte, imponendo la sua supremazia. Questa enorme scultura, realizzata da Marco Martalar, è in esposizione al pubblico nell’area giardini della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Sono a pochi passi dalla fermata del vaporetto Lido Casinò e dal “cubo rosso” (Sala Giardino), costruito per per nascondere la voragine che da anni deturpava lo spazio antistante il Palazzo del Casinò del Lido.
Marco Martalar è originario dell’Altopiano di Asiago ed è riuscito ad assemblare 1.500 pezzi di alberi. Alberi schiantati e radici sfibrate dalla furia della tempesta Vaia e che ha raccolto nei boschi di Mezzaselva di Roana sull’Altopiano dei 7 Comuni. Il leone alato è alto 3 metri e lungo quasi 5, pesa 350 chili, ha una criniera realizzata con rami di abete rosso. La struttura e lo scheletro sono in legno assemblato da viti e fili di acciaio. Il leone è un omaggio dell’artista alla nostra città ma anche il simbolo di unione tra la sua antica comunità cimbra e a Serenissima.
Il leone alato di Martalar è il simbolo dell’unione della Serenissima con le montagne. Un’antica Fratellanza, della bellezza e della fierezza di antichi popoli. Dei nostri avi, che hanno superato nel corso della storia ogni avversità. Carestie, guerre, catastrofi naturali, come l’ultima prova del Covid-19.
