Quando si vive questa città si pensa di conoscerla come le proprie tasche e scopri felicemente che non è così. Mi trovo nel sestiere di San Polo, a pochi passa dalla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, nella calle che porta verso il rio Marin. Sono capitata per caso nella Corte del Calderer (in veneziano significa fabbro) e per trovarla ci devi proprio voler arrivare. A volte capita di camminare guardando per terra e ho notato che il classico “masegno” in trachite euganea lasciava il posto a colorati mattoncini rossi. La corte del Calderer conserva l’antica pavimentazione con mattoni a spina di pesce in “opus spicatum” romana che un tempo era la pavimentazione pubblica a Venezia, uno straordinario esempio di vera da pozzo al centro della corte, mentre nel fondo una parete ospita una porta verde chiusa al pubblico ma si intuisce che è lì che si trova il bellissimo giardino di Palazzetto Bru Zane.
Dove stai andando? Butta via la cartina! Perché vuoi sapere a tutti i costi dove ti trovi in questo momento? D’accordo: in tutte le città, nei centri commerciali, alle fermate degli autobus o della metropolitana, sei abituata a farti prendere per mano dalla segnaletica; c’è quasi sempre un cartello con un punto colorato, una freccia sulla mappa che ti informa chiassosamente: “Voi siete qui”. Anche a Venezia, basta che alzi gli occhi e vedrai molti cartelli gialli, con le frecce che ti dicono: devi andare per di là, non confonderti, Alla ferrovia, Per san Marco, All’Accademia. Lasciali perdere, snobbali pure. Perché vuoi combattere contro il labirinto? Assecondalo, per una volta. Non preoccuparti, lascia che sia la strada a decidere da sola il tuo percorso, e non il percorso a farti scegliere le strade. Impara a vagare, a vagabondare. Disorientati. Bighellona.
(Tiziano Scarpa)
Non passa invece inosservata, mentre riprendo il percorso verso Rio Marin, la bottega di Luciano Buggio, che si trova alla fine di Calle de l’Ogio. E’ il falegname che studia i pianeti e le galassie, artista del riciclo, che realizza curiosissime opere, circondato da libri, riviste, fumetti e dipinti, e che sono frutto della sua meravigliosa creatività artigiana (foto dell’articolo).
Molto belli questi spaccati della Venezia più nascosta! Anch’io, quando vado, preferisco perdermi nella Venezia senza turisti anche perché Venezia è bella tutta
Caspita! A leggerti sembra davvero di camminare per le strade della tua meravigliosa città. Chissà se approderò mai in questa bottega…
Che bel post, complimenti, mi sembra di sentire l’odore di questo negozietto! Anche a me piace tantissimo vagare senza una meta, credo che solo in questo modo siamo davvero liberi.
Questi “ritratti” di una Venezia inusuale, meno conosciuta e più raccolta, sono davvero interessanti da leggere. Vagare senza meta è una delle cose che mi piacerebbe più tornate a fare. Meravigliarmi davanti a bellezze inaspettate ed improvvise!