Era il 25 aprile quando ho fatto questo scatto, data per noi veneziani densa di significati. In Italia si festeggia la Festa della Liberazione, noi veneziani siamo però molto legati anche alla tradizione della nostra Città e non possiamo dimenticarci della festa del Santo patrono, San Marco, (in memoria della sua leggendaria opera di evangelizzazione in vita delle genti venete) e la festa del “Bocolo” (dono rituale di un bocciolo di rosa rossa).
A pochi passi dal salotto più invidiato da tutto il mondo è bello perdersi, osservando il bacino di San Marco, il rosa pallido di un cielo che rende unica l’isola di San Giorgio, con la sua chiesa ed il campanile. E’ questa l’ora che mi piace di più, il tramonto, quando la natura sembra impossessarsi della città e l’acqua culla non solo le gondole ma anche i miei pensieri prima di fare rientro a casa.
Un po’ come sarà capitato di certo anche a Marcel Proust che non poteva fare a meno di San Marco, della Piazzetta, di San Giorgio, del Canal Grande, rii e canali. Affascinato dai grandi Maestri: Bellini, Carpaccio, Giorgione, Tiziano, Veronese, Tintoretto, Tiepolo, artisti resi a lui noti da due speciali amici John Ruskin e Mariano Fortuny.
Ogni inquietudine riguardo al futuro, ogni dubbio intellettuale erano dissipati. Quelli che mi tormentavano un attimo prima a proposito della realtà stessa della letteratura erano spariti come per incanto (…) era Venezia, di cui i miei sforzi per descriverla e le sedicenti istantanee scattate dalla mia memoria non m’avevano mai detto niente e che la stessa sensazione provata un tempo su due lastre ineguali del battistero di San Marco m’aveva restituita assieme a tutte le altre sensazioni collegate quel giorno ad essa e rimaste in attesa al loro posto, da cui un’improvvisa combinazione le aveva fatte uscire, nella schiera dei giorni dimenticati.” (Il tempo ritrovato, trad. di G. Raboni, Meridiani Mondadori)
È affascinante passeggiare per Venezia leggendo o vedendo ciò che tanti artisti hanno celebrato ed amato. Perché Venezia è di certo una città che non si può non amare