Artivism: Il Padiglione per la Prevenzione delle Atrocità

photo © Matteo Bertolin
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Si intitola “Artivism: Il Padiglione per la Prevenzione delle Atrocità” la prima esposizione d’arte organizzata, in occasione di Biennale Arte, da The Auschwitz Institute for Peace and Reconciliation, che rappresenta il momento in cui arte, diritti umani e prevenzione del genocidio si intersecano tra maschere dedicate ai volti di donne yazide sopravvissute ad un genocidio; artisti indigeni canadesi che portano testimonianze di una cultura che contrastava la loro cultura, lingua e abitudini; una serie di fotografie documenta la vita degli indonesiani esiliati mentre un’installazione scultorea sonora commemora gli attivisti rapiti negli anni ’90 per aver parlato contro il regime dittatoriale”; un gruppo di donne sudafricane che con il ricamo rivelano come si possa costruire una idea di comunità; celeberrime le tragiche scomparse, ben 30mila, operate in Argentina dalla dittatura militare ed in mostra le case degli esececutori che nella città di Buenos Aires sono rimasti impuniti; e, spazio alla commemorazione di oltre ottomila musulmani bosniaci periti durante il genocidio di Srebrenica, un monumento nomade itinerante: una tazza per ogni vittima.

Testimonianze, tutte, esposte, in forma artistica nel padiglione “Artivism: Il Padiglione per la Prevenzione delle Atrocità”, a Palazzo Dandolo (San Polo 2879, Venezia). All’interno di una Biennale d’Arte fortemente connotata da temi sociali, si inserisce anche l’invito al pubblico a diventare “artivista”: fusione di “artista” e attivista”, ossia in grado di operare un contrasto “creativo”. “Artivism”, curato da Kerry Whigham, Francesca Giubilei, Luca Berta, vede come partner logistico in centro storico iNEVENTS, ed è più che mai legato al tema dell’impegno sociale.

La mostra propone le opere di sei artisti e collettivi di attivisti: Rebin Chalak Ismael (Iraq), Grupo de Arte Callejero GAC (Argentina), Intuthuko Embroidery Project (Sud Africa), Elisabeth Ida Mulyani (Indonesia), Aida Šehović (Bosnia e Herzegovina) e National Centre for Truth and Reconciliation (Canada). La mostra educa, responsabilizza e trasforma i visitatori in “agenti del cambiamento” e ricorda che a più di settanta anni dall’Olocausto, il genocidio e le atrocità di massa restano una costante minaccia alla pace e alla sicurezza globali. La violenza a cui assistiamo oggi, per esempio in Siria, Sudan, Yemen e Birmania, serve da quotidiano promemoria delle devastanti conseguenze della mancata azione della comunità internazionale. Riconoscere i segnali premonitori delle atrocità di massa è un passo essenziale per prevenirle ed è questa la chiave per agire.

Ingresso libero al pubblico fino al 24 novembre 2019, dalle ore 10.00 alle ore 18.00, chiuso lunedì e martedì, https://www.artivism2019.com

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