In questi giorni le pietre e le onde si amalgamano al cielo. Venezia si rivela come una delle città più belle della storia, con i suoi ponti, i suoi canali, i suoi palazzi, la sua laguna, il suo respiro. Il suo incessante silenzio mi avvolge da inizio marzo ed è spezzato da un messaggio, da una video chat e da una parola.
Oggi è lunedì, ma non un lunedì qualsiasi, è lunedì dell’Angelo. Immersa nel silenzio della mia stanza, circondata da libri, recupero le poesie di Mario Luzi e la mente inizia lentamente a ricordare. Cerco con avidità “Vola alta parola”, una delle poesie che avevo letto, ad una tavola rotonda moderata dalla giornalista Daniela Ghio. All’epoca ero molto giovane, studiavo, e mai avrei pensato di partecipare ad una conferenza seduta accanto a Mario Luzi, Massimo Cacciari, Umberto Galimberti e don Roberto, a San Francesco della Vigna.
Vola alta parola
Vola alta, parola, cresci in profondità,
tocca nadir e zenith della tua significazione,
giacché talvolta lo puoi – sogno che la cosa esclami
nel buio della mente
però non separarti
da me, non arrivare,
ti prego, a quel celestiale appuntamento
da sola, senza il caldo di me
o almeno il mio ricordo sii
luce, non disabitata trasparenza…
La cosa e la sua anima? O la mia e la sua sofferenza?
Il nostro mondo è fatto di tanti silenzi che si trasformano in migliaia di incessanti parole. E’ questa drammatica situazione che mi fa, ancor più, apprezzare l’emozione di un pensiero felice, di una frase compiuta, di una parola che con forza vorrebbe distruggere questa tragedia che stiamo vivendo. Quanto sarebbe bello diventare coscienza e iniziare a costruire – tutti insieme – un futuro nuovo e migliore per noi, per la nostra città, per il pianeta.
Nel silenzio ritrovo uno spazio per la mia identità, che mi permette di inseguire i sogni ed intrecciare un dialogo sereno con me stessa e confido, presto, anche con gli altri. Chissà quando tornerà tutto nella normalità, quando sarà possibile perderci nei nostri sguardi e nei vivaci colori della rumorosità di una Venezia che sta – ahimè – ancora riposando. Silenzio, parole, Venezia. Città eterna, conosciuta da molti e sconosciuta da tutti, attendo con ansia il momento in cui il vento inizierà a soffiare ed il canto della laguna riuscirà ancora una volta ad emozionarmi