Venezia, Sandolo

Domenica in tarda mattinata volevo andare a vedere Venice People, la mostra fotografica che ho dedicato a Venezia e ai Veneziani all’Antica Besseta che si trova lungo la fiorita salizada Ca’ del Zusto. E, invece, mi sono persa in una calle nelle vicinanze di campo San Giacomo dell’Orio,. Volevo fotografare uno scorcio, per me, molto suggestivo. Mi piaceva l’idea di scattare una foto con il rio, la porta vecchia di colore ormai verde-azzurrognolo, i riflessi della luce sull’acqua. La scena però si trasforma in pochi minuti. Sento, in lontananza, un remo infrangersi sull’acqua e delle voci che rimbombano in questo dedalo di mattoni e acqua. Un pizzico di fortuna ogni tanto ci vuole. Entra nell’obiettivo del mio cellulare un sàndolo con a bordo il vogatore che racconta ad una coppia di turisti le origini della nostra città (fermatevi a guardare per 18 secondi il contributo video del post).

Faccio una ricerca veloe su wikipedia e trovo delle indicazioni di massima. Non immagivano che le sue radici etimologiche si ritrovano nella parola latina sandalium, “calzatura” che, a causa della sua forma piatta, ricorderebbe il fondo della barca, che è senza chiglia per sopportare meglio i bassi fondali lagunari.

I sàndolo sono imbarcazioni di colore nero, sono leggere e fluttuano con eleganza tra i canali e rii della città. Il sàndolo è simile alla gondola, tuttavia non è una gondola. Abbiamo attestazioni già dal ‘300. Ha il fondo piatto, non asimmetrico, e il vogatore si mette al centro dell’imbarcazione e non lateralmente. Anche il sàndolo è una delle imbarcazioni tipiche della nostra laguna. E’ una barca a fondo piatto che misura tra i 5 e i 9 metri. E’ solida, capiente e maneggevole. Il suo scafo, lungo e stretto, la rende adatta alla conduzione a remi con la tradizionale tecnica della voga alla veneta, ed è adatto ai più svariati impieghi: dalla pesca (sàndolo a la ciosòta, sàndolo buranèlo, sàndolo sampieròto, sàndolo da fagia) al diporto e regata (mascaréta, puparìn), dalla caccia (s-ciopon) al trasporto di persone (sandolo da barcariol).

I sandolisti, numericamente inferiori ai gondolieri, prestano servizio a Santa Maria Formosa, San Bortolomeo, ponte dei Greci, campo Sant’Angelo e Ghetto. E’ al Ghetto, qualche anno fa, che avevo intervistato Chiara Curto, sandolista che ha partecipato a molte regate e cura un blog dedicato alla voga alla veneta. Ci siamo parlate per caso perché stavo guardavo il suo sàndolo, ormeggiato a pochi passi dal ponte del Rio del Ghetto. Da quella conversazione è poi nata un’intervista pubblicata dal magazine Venezia Made in Veneto.

Venezia!

Esiste una città più ammirata, più celebrata, più cantata dai poeti, più desiderata dagli innamorati, più visitata e più illustre?

Venezia!

Esiste un nome nelle lingue umane che abbia fatto sognare più di questo?

Guy de Maupassant

3 Replies to “Venezia, Sandolo”

  1. È sorprendente come tu riesca a scovare e raccontare dettagli della tua meravigliosa città. Non conoscevo l’esistenza del sandolo e da forestiera forse non lo saprei riconoscere ma proverò a cercarne uno la prossima volta che verrò a Venezia!

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