Venezia, rii

Vivere la città dall’acqua è meraviglioso, penso che tutti dovrebbero provare questa esperienza, da soli, in compagnia di amici, con la famiglia. Quando sei a bordo di una gondola, di un sandolo, di una sanpierota ma anche di una topetta, tutto quello che pensiamo di sapere sulla nostra città muta. Cambiano le prospettive, cambiano gli scorci e inizi a conoscerla nella sua anima più intima. Sono a bordo di un barchino che mi porta a passeggio per la città, in questo magnifico dedalo di rii (si chiamano così le nostre strade d’acqua e sono quasi duecento i nostri rii mentre solo due sono i canali, Canal Grande e Canale della Giudecca), guardo i palazzi dalle loro fondamenta, vedo porte rovinate di alcuni magazzini, bricole marce e che si stanno sbriciolando su se stesse a causa della mancata manutenzione e della teredine, “mascheroni” inseriti sui ponti (teste di uomo o donna mostruose e grottesche) per uso ornamentale e apotropaico. Mi lascio trasportare e guardo la mia Venezia come un tempo facevano i Tiepolo, Longhi, Vivaldi, Marcello, Goldoni, cortigiane, spie, cospiratori, ambasciatori, osti, artigiani ed abati corrotti. Lascio il Canal Grande per entrare nel rio della Misericordia, che prende il nome dalla Scuola Grande della Misericordia, mi dirigo verso il rio di Noale. Il cielo è azzurro, le nuvole si arrotolano su se stesse e sono cariche di quel grigio che sembra chiamare pioggia. Questa scena è strepitosa e devo assolutamente riprendere anche la Chiesa dell’Abbazia della Misericordia, fondata nel lontano 939, una delle più antiche d Venezia. E’ riconoscibile per via della facciata in pietra d’Istria che la rende, insieme ad alcune allegorie attribuite ad un allievo del Bernini, semplicemente meravigliosa tanto da spiccare con forza sui colori rosso-mattone circostanti. E’ poco conosciuta dai percorsi turistici, quando ci arrivi ti sembra di essere in un’altra dimensione, ex edificio di culto, è aperta in occasioni di alcune esposizioni d’arte. La Chiesa, la scuola e il campo sono a pochi metri dalla laguna, e vi assicuro che questo luogo è un incanto.

O Dieu, purifiez nos coeurs!

purifiez nos coeurs!

Oh sì, la mia strada hai segnato

in piacevoli luoghi,

E la bellezza di questa tua Venezia

m’ hai rivelata

Che la sua grazia è divenuta in me

una cosa di lacrime.

O Dio, quale grande gesto di bontà

abbiamo fatto in passato,

e dimenticato,

Che tu ci doni questa meraviglia,

O Dio delle acque?

Enza Pound

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